Che cos’è la moda oggi ?Prima di parlare di oggigiorno dobbiamo fare qualche passo indietro...Ci troviamo nel bell’Ottocento, più precisamente nel 1860, l’annodi nascita della moda chiamata anche “haute couture” resa possibile grazie a telai meccanici e alle macchine per cucire. La domanda sorge spontanea: chi ha inventato la moda? Non può essere nata dal nulla, niente lo è. Sicuramente in un primo momento è stata la necessità di ripararsi dal freddo a spingere gli esseri umani a coprirsi e via via la moda ha poi acquisito un ruolo differente, diventando un modo per distinguere le classi sociali e le mansioni svolte. Nel corso dei secoli ha influenzato la società, l’economia, la cultura, la politica, diventando un mezzo di espressione e di comunicazione. La moda può essere vista quindi come un fenomeno sociale che mira all’affermazione personale, riflettendo i valori, le aspirazioni e le identità di diverse epoche e culture. Questa mia brevissima introduzione non arriva a parlare neanche del 1% della storia della moda, ma ci aiuta a focalizzarci sul presente e sui grandi passi avanti fatti dalla moda... Avete mai sentito parlare di moda adattiva? Immagino di no, purtroppo non se ne parla abbastanza. La cosiddetta adaptive fashion, cioè l’abbigliamento progettato per le esigenze delle persone con vari gradi di disabilità, ha il beneficio non solo di andare incontro alle necessità di queste persone ma anche di produrre risvolti psicologici positivi, venendo considerata una “cura” per l’anima e il corpo. Avete mai fatto caso alla sensazione che si prova quando indossiamo un outfit che ci sta particolarmente bene? Ci sentiamo al settimo cielo, perché riesce a nascondere quelle insicurezze, che solo noi vediamo. Vogliamo socializzare, uscire per mostrare la nostra sicurezza, ci sentiamo inarrestabili. Ma tutto ciò può verificarsi anche su una persona con disabilità? I capi pensati per l’adaptive fashion non sono molto diversi da quelli che noi definiamo normali, se non nei dettagli: hanno chiusure in velcro o magnetiche al posto dei bottoni, cerniere con linguette per facilitarne l’apertura, orli e vita regolabili, chiusure con piccoli tiranti a scorrimento per facilitare la regolazione dell’ampiezza con una sola mano, tessuti elasticizzati traspiranti con aperture su spalle, schiena e lati che rendono più semplice l’indossare il capo. Anche la tecnologia può essere d’aiuto, basti pensare alle sneakers della Nike che si possono allacciare con un’app. IZ ADAPTIVE di Izzy CamilleriIz adaptive è Il primo brand fashion adaptive, fondato nel 2009 a Toronto. Izzy Camilleri, la pioniera della moda adattiva, sottolinea che le persone con disabilità, soprattutto quelle che usano una sedia a rottele, trovano nell’abbigliamento normale molti limiti. Senza un capo di abbigliamento adatto, anche semplici azioni come vestirsi e svestirsi possono essere degli ostacoli; senza un tessuto adatto, traspirante, possono insorgere piaghe da decubito, che si formano stando seduti molto allungo, impedendo alla pelle di respirare. Ma soprattutto, oltre alla funzionalità di un capo, c’è l’aspetto psicologico. Per noi la possibilità di esprimerci indossando dei vestiti è fondamentale anche solo per un senso di appartenenza alla società e per la sua capacità di aumentare la self-confidence, la nostra autostima; un capo può veramente farci sentire meglio in qualsiasi occasione, dal lavoro alla cena con gli amici. Nel caso delle persone con disabilità, gli ormoni che si scatenano dall’ottimismo (dopamina e serotonina),risultano ancora più importanti perché permettono all’individuo di uscire da muri mentali, diminuendo così emozioni negative che possono portare all’ansia, stress e depressione, e di migliorare la capacità di risposta agli stimoli.
DALL’ESCLUSIONE ALL’INCLUSIONE
Shakira Branchini IV LES
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