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Due Libri per l’umanità

Arturo Morotti V LES

Donna, vita, libertà


Negli ultimi due giorni sono stato piacevolmente accompagnato dalla lettura di due fumetti diversi: Donna, vita, libertà e Kobane calling. Entrambi i libri trattano tematiche fondamentali per tutti noi e, poiché hanno fatto scaturire in me molteplici riflessioni, ho tentato di redigere un'analisi il più possibile accurata seguendo le mie linee di pensiero. Nonostante le vicende narrate siano differenti tra le due "graphic novels", entrambe le storie presentano dei punti in comune che ne definiscono l'importanza, come l'uguaglianza di genere o la convivenza tra etnie diverse.


Donna, vita, libertà è un fumetto di Marjane Satrapi che, con l’aiuto di altri tre esperti, è riuscita a raccontare al meglio ogni piccola sfaccettatura della rivoluzione in corso in Iran. Nel libro sono presenti molteplici racconti ed episodi che evidenziano la critica situazione delle donne nel paese d’origine di Satrapi, ed esso stesso è una chiara denuncia alla crudeltà del regime iraniano. Le storie, nonostante la complicatezza delle vicende narrate, vengono accompagnate da disegni e da grafiche che rendono la lettura scorrevole e piacevole e, poiché si tratta di un fumetto, spesso le vignette rappresentate risultano essere di maggiore impatto rispetto alle parole utilizzate, obbligando il lettore a soffermarsi per alcuni istanti ad osservare attentamente le immagini. 

Il libro, come è facile evincere dal titolo, si concentra  prevalentemente sul movimento “Donna, vita, libertà” nato in Iran in seguito alla morte di Mahsa Amini, una ventiduenne uccisa dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo.

Questo movimento è profondamente innovativo in quanto, per la prima volta, gli uomini aderiscono in massa alle manifestazioni, dimostrando una grande attenzione per la tutela dei diritti fondamentali di tutti i cittadini. Nel fumetto di Marjane Satrapi sono innumerevoli le vicende significative, che vengono inoltre descritte con una grande varietà grafica a causa della pluralità di artisti che hanno collaborato alla realizzazione del libro. 

Nel capitolo “L’arte della rivolta”, per esempio, è possibile leggere parole dall’importanza disarmante, parole che in Iran si stanno sempre più concretizzando:


“Vivere da sola, nubile, non dipendere da un uomo, fare jogging, truccarsi, mettersi lo smalto sulle unghie, avere un piercing, dei tatuaggi, indossare il velo lasciando vedere i capelli, o non portarlo affatto, indossare abiti colorati, mettere dei leggins o una giacca originale, guidare uno scooter o una moto, lavorare, essere indipendente, suonare, cantare, fumare, bere alcol, flirtare, viaggiare da sola, non avere figli, andare a letto con un uomo o con una donna..

essere libera!

Tutti questi piccoli gesti, alcuni proibiti e severamente puniti dalla legge, non sono banali. Come recita un famoso proverbio persiano: “Tante gocce fanno il mare”. 

L’arte della rivolta è una lotta quotidiana!”. 


Proprio all’insegna di questi principi, Sahar Khodayari, conosciuta come “La ragazza blu”, tenta nel 2019 di intrufolarsi nelle tribune maschili dello stadio di Teheran, ma dei miliziani notano la sua presenza e la arrestano. La ragazza, scoprendo di rischiare sei mesi di prigione, si dà fuoco e muore in seguito alle lesioni riportate. 



“Donna, vita, libertà” è dunque un libro che descrive la grave situazione iraniana nell’ambito della tutela dei diritti umani, ma è anche un’opera che emana un grande senso di ottimismo e da cui scaturisce un'irrefrenabile speranza nel cambiamento.


Kobane Calling


Kobane Calling, una graphic novel di Zerocalcare, si occupa di analizzare la resistenza curda nella regione autonoma del Rojava. Governato tramite un confederalismo democratico, il Rojava si basa sulla convivenza etnica e religiosa, sull’emancipazione delle donne e sull’ecologia, ma è fortemente minacciato dall’avanzata dell’Isis e dalla politica adottata in Turchia. Zerocalcare dunque, in seguito a un viaggio intrapreso nel 2015, racconta le scene di vita quotidiana a cui ha assistito, ma anche scene di guerra, di crudeltà e di ingiustizia. Il libro è scritto con il caratteristico accento romanesco dell’autore, linguaggio che rende la lettura meno faticosa e che lascia spazio a piccole parentesi di ironia e di risata, senza mai dimenticare la complessità dei temi trattati. Le immagini esemplificative dei testi che accompagnano sono tutte in bianco e nero, e sono spesso essenziali per il lettore per immedesimarsi al meglio nella scena descritta. Al centro dell’esperienza narrata da Zerocalcare vi è Kobane, la città simbolo della resistenza curda, il luogo in cui l’Isis è stato sconfitto e cacciato. 

Kobane, così come tutto il Rojava, è amministrato secondo un contratto sociale nel quale la donna ha un ruolo fondamentale. La comunità che abita la striscia del Rojava, infatti, si impegna al massimo per eliminare le discriminazioni di genere e per raggiungere l’uguaglianza tra uomini e donne, principi impensabili e inconcepibili sia per il governo turco che per Daesh. Le donne curde partecipano attivamente alla resistenza perfino in battaglia e negli scontri armati, alcune di loro, infatti, rivestono ruoli essenziali e impartiscono ordini e insegnamenti agli uomini, dimostrando che il Rojava è il luogo “dove uomini e donne stretti tra le barbarie dell’Isis, la repressione della Turchia, l’ostilità dell’Iraq, stanno provando a sperimentare una società più giusta”.

Nelle prime pagine del libro, Zerocalcare spiega che, dopo tanti sforzi, è finalmente riuscito a capire cosa lo ha spinto fino a Kobane: il cuore. 

Nel Rojava, così come in Iran, uomini e donne stanno infatti combattendo una battaglia decisiva per tutta l’umanità, collaborando tra loro nel tentativo di creare una società più giusta, una società in cui non esistano discriminazioni di genere, di etnia o di religione.


“Questa è nostra battaglia decisiva. Non solo di curdi. Di umanità. Tutti uomini e donne che hanno a cuore libertà e umanità, oggi dovrebbero essere a Kobane”.


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